Boca campione d'Argentina: 1-0 al Tigre, titolo numero 25
Xeneizes irraggiungibili a una giornata dalla fine: decide un
gol di Monzon. Mercoledì possibile doblete nella finale di coppa contro
il Rosario Central
Notte da sogno alla “Bombonera”, dove è esplosa la gioia di Carlos Tevez
e di tutto il popolo xeneize per il 25° campionato appena conquistato
dal Boca Juniors.
La promessa fatta dall’Apache il giorno del suo ritorno in patria, lo
scorso 14 luglio, si è compiuta pochi minuti fa grazie al successo sul
Tigre, un 1-0 firmato da Monzon che ha garantito agli xeneizes un
vantaggio in classifica su San Lorenzo e Central ormai incolmabile a una
sola giornata dal termine del torneo. Cori, striscioni e applausi
scroscianti per Carlitos, tornato a festeggiare un titolo con il suo
Boca (il quinto) dopo 11 anni.
Esultanza Xeneizes a Buenos Aires.
Festa annunciata —
Un tranquillo preludio alla festa durato 90 minuti. Questo è stata la
sfida contro il Tigre, frutto del vantaggio siglato da Monzon poco prima
del riposo (perfetta inzuccata su calcio d’angolo) e del concomitante
svantaggio del Central (alla fine sconfitto 2-1 dal Banfield). La
ripresa è poi scivolata via tra occasioni sprecate per il raddoppio,
soprattutto con Lodeiro (traversa) e Tevez. Il gol dell’Apache sarebbe
stato la ciliegina sulla torta, mancata nonostante gli sforzi e le tre
buone occasioni fallite. Ma gli oltre 55 mila della “Bombonera” (molti
entrati di prepotenza creando panico prima del calcio d’inizio) lo hanno
applaudito dall’inizio alla fine, urlando il suo nome a squarcia gola.
Esattamente come dopo il fischio finale, quando l’Apache si è preso il
meritato bagno di folla nel consueto giro di campo.
Monzon festeggia il gol dell'1-0 con una capriola in aria.
NEL SEGNO DELL’APACHE —
Nonostante sia arrivato a metà torneo, dopo 16 giornate, Carlitos è il
protagonista e simbolo indiscusso di questo successo atteso da tre anni
dal popolo xeneize. Lo è per i numeri (5 gol 2 e assist in 12 partite)
e, soprattutto, per il carisma. Leader dello spogliatoio lo era
“d’ufficio” ancor prima di metterci (nuovamente) piede.
Ma dal giorno della presentazione Carlitos non ha smesso di essere il
faro dell’universo xeneize. Il sogno di ripetere la “vuelta olimpica”
con il suo Boca, nella sua “Bombonera”, è stato più forte del carico di
partite che, a 31 anni suonati, ha retto come un autentico gladiatore:
78 nell’ultimo anno e mezzo tra Juventus, nazionale e Boca, praticamente
una partita ogni cinque giorni, correndo e scattando sempre come una
furia per 90 minuti nonostante i persistenti dolori alla schiena che lo
hanno obbligato a munirsi di un fisioterapista personale. Questa sera
l’Apache ha riscosso il suo premio trasformando il sogno in realtà. E
mercoledì può centrare il doblete nella finale di coppa Argentina in
programma a Cordoba contro il Rosario Central.
Tevez intervistato a fine gara
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