L’attacco alla Federazione (e alla Covisoc). Le parole sulla B (“Perché dobbiamo pagarla noi?”). E poi i complimenti a Sarri, il caso-Parma, i rimpianti per Verratti: in Lega Calcio il presidente napoletano ne ha per tutti...
Aurelio De Laurentiis, 66 anni, presidente del Napoli dal 2004
Dall’accoppiata Covisoc-Figc (“Non servono a
nulla”) alla Serie B (“Perché dobbiamo pagarla noi?”), passando per il
San Paolo (“Il progetto è stato consegnato il 15 luglio) e Marco Verrati
(“L’ho lasciato al Psg con dispiacere”). Non è la prima volta che a una
riunione di Lega, a Milano, Aurelio De Laurentiis regala il momento più
movimentato della giornata, spaziando, non senza polemiche, su un po’
tutti i temi caldi del calcio di oggi. A partire, appunto, da tutti i
principali campionati: “La A deve essere a 16, basta con squadre che
salgono un anno e poi spariscono solo per prendere i soldi dei diritti
tv. E poi servono garanzie per evitare casi-Parma”. A questo punto il
presidente del Napoli sale di livello, mettendo il movimento-calcio
italiano nel mirino: “E’ il risultato di tanti compromessi tra cose
sbagliate che ci portiamo dietro da anni. Serve resettare tutto”.
SALARY CAP IN B E LEGA PRO —
Poi tocca alla B: “Perché dobbiamo pagarla noi? Che ci pensasse lo
Stato. Quel campionato, così come la Lega Pro, perché devono esistere
con i soldi degli altri?. In questi due tornei serve il salary cap. In
più bisognerebbe trasferire lì le giovanili. Non sarebbero seconde
squadre, piuttosto stabilirei che devono essere tutti italiani in C ed
europei in B, con un massimo di 22 anni”. Finalmente, De Laurentiis
arriva alla sua creatura: “Il Napoli è sempre stata amata dal popolo, si
diverte a giocare senza paura. E finalmente! Forse prima la paura era
una scusa degli allenatori precedenti. Quanto a Sarri, sa insegnare e
spiegare come massimizzare le loro capacità”. Altro capitolo: il ruolo
del regista; “Ho sempre desiderato averne uno, ho lasciato Verratti al
Psg con dispiacere. Da febbraio mi interessavo a Valdifiori. E per
fortuna abbiamo anche Jorginho. Il top resta Pirlo, che peraltro è
l’esempio del senza vergogna visto che se lo scambiano squadre che
lottano per lo scudetto da sempre”. Sul mercato di gennaio, invece, solo
certezze: “A gennaio chi vado a prendere? Gente che magari disturba
perchè gioca poco? Gabbiadini resta e gli proporrò anche un allungamento
del contratto”. In chiusura, prima il calcio femminile (“Faccio la
squadra del Napoli quando Tavecchio passerà professioniste le donne”),
quindi lo scudetto: “Capiremo chi vincerà il titolo a metà marzo, non
prima”..
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