La vita di Cristiano Ronaldo è un cinema. Nel cuore di Londra, è stata
proiettata la prima mondiale di "Ronaldo", il film-documentario del
regista inglese Anthony Wonke. I 92 minuti del film, in uscita oggi
nelle sale e disponibile in dvd e blu-ray dall'11 novembre, mettono a
fuoco particolari momenti della carriera di Cristiano Ronaldo, dal
trionfo con il Real Madrid nella finale-derby di Champions con
l'Atletico del 2014 fino al giorno della conquista del Pallone d'oro,
passando per il flop del Portogallo al mondiale brasiliano al quale,
come viene evidenziato nel film, "Ronaldo non avrebbe dovuto
partecipare, considerate le sue precarie condizioni fisiche e che invece
Cristiano volle giocare, mettendo a rischio la carriera".
Flashback —
Attraverso i flashback vengono riproposte le immagini di Ronaldo bambino
con la maglietta dello Sporting, gli anni di Manchester, la figura del
padre, José Dinis Aveiro, scomparso nel 2005 all'età di 53 anni, dopo
una vita segnata dall'alcol, conseguenza dei traumi legati alla guerra
in Angola. "Non era facile parlare con un padre ubriaco quasi ogni
giorno. Avrei voluto che vivesse i momenti belli della mia carriera, ma è
andata così ". Una frase del padre spicca nel film: "Il silenzio è la
forza degli uomini".
Paternita' —
Il legame fortissimo con la madre, Dolores Aveiro, il ruolo determinante
dell'agente Jorge Mendes nelle scelte decisive - compresa quella della
realizzazione di questo film -, il rapporto con gli amici, ma
soprattutto la paternità: è questo il Ronaldo fuori dal campo. "Esiste
il Cristiano del calcio ed esiste quello che fuori dal campo stacca la
spina con il mondo esteriore e si dedica a quello interiore", spiega il
fuoriclasse del Real Madrid. "Mi piace essere padre ed esserlo giovane.
Cristiano junior è la parte centrale della mia vita". Il film mostra un
CR7 "intimo": gioca con il figlio, lo aiuta a disegnare, gli prepara da
mangiare. Le ultime sequenze sono dedicate alla conquista del Pallone
d'oro. Si vede Messi che saluta un emozionato Cristiano Ronaldo junior e
si vede il sorriso bonario di Carlo Ancelotti. Non è casuale la
presenza dell'allenatore italiano nel film: tra Ancelotti e Cristiano il
legame è stato fortissimo. Anche Florentino Perez dovrà farsene una
ragione.

Parla cr7 —
Dopo la presentazione, le parole di CR7: "Per me è la prima volta che
prendo parte ad un film. Io non sono un attore, ma dovevo essere me
stesso. Questo film mostra chi sono nel mio privato con la mia famiglia .
Ci sono momenti divertenti. Penso che i miei tifosi possano
divertirsi". Una vita straordinaria, quella di CR7, ma lui era pronto:
"Già da bambino mi sentivo sempre speciale. Anche gli altri mi
guardavano con occhi diversi. Non mi sorprende il successo o l'interesse
dei media. Ero abituato alla pressione e all'interesse dei media".
Cristiano vuole ribadire un concetto: " Io sono quello che avete visto
nel film. Non ho recitato. Ho una buona famiglia e grandi amici. Vivo
una vita piena lontano dal calcio". Il Pallone d'oro è il momento più
intenso del film: "È stato un giorno particolare, uno dei più importanti
della mia carriera e della mia vita. Volevo che il film mostrasse bene
questa gioia. La felicità del film è la mia felicità. Ho tutto: il
calcio, una bella famiglia. Che cosa manca nel film? Le vacanze. I
momenti di relax assoluto con i miei amici". Le ultime parole sono
dedicate a Messi e Ferguson: "Il rapporto con Messi è migliorato
nell'ultimo anno. Mio figlio appare emozionato di fronte a Messi perché
non ho mai impedito a mio figlio di godersi il calcio di tutto il mondo.
Il Manchester United per me è stato fondamentale, come fondamentali le
parole di Ferguson che mi convinse ad andare a Manchester. Ma anche
dietro la scelta di Manchester ci fu la regia di Mendes". 

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