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sabato 14 novembre 2015

Attentati Parigi. Alfano: "Blindiamo frontiere. E 700 militari subito a Roma"

Il ministro dell'Interno italiano annuncia: "Alzato allerta a livello 2: questo consente l'utilizzo immediato dei corpi speciali dell'Esercito secondo necessità. Dobbiamo essere pronti a tutto. Rafforziamo i controlli nelle carceri per ridurre il rischio del proselitismo"


"Abbiamo assunto due decisioni essenziali: un rafforzamento straordinario dei controlli sul territorio e un rafforzamento dei controlli alle frontiere. E abbiamo reso immediatamente operativa la disponibilità di 700 militari in più per Roma". A cavallo dell'ora di pranzo, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha spiegato ai giornalisti le decisioni del Governo italiano il giorno dopo l'attentato a Parigi.

 

I corpi speciali dell'esercito — Il ministro ha poi spiegato che "abbiamo alzato l'allerta al secondo livello che prevede l'assetto operativo delle forze dell'ordine. Con il livello di sicurezza due siamo al livello che precede quello massimo e consenti l'utilizzo delle unità speciali dell'Esercito. Dobbiamo essere pronti a tutto. Nessun Paese è a rischio zero, oggi la minaccia risulta accresciuta anche se non sorretta da elementi specifici di iniziative contro il nostro Paese".
Le frontiere — Uno dei primi provvedimenti del Governo italiano è stato quello di blindare le frontiere. "Abbiamo deciso di rafforzare in particolare i controlli alla frontiera con la Francia - spiega Alfano - per evitare che si verifichino transiti che possono danneggiare le delicate indagini in corso. La vigilanza è strettissima. Lo stesso faremo su tutti i valichi con controlli su strade, ferrovie, porti e aeroporti". 

Carceri e immigrazione — Sul fronte dell'immigrazione sottolinea come "sarebbe contro-intuitivo escludere che ci possa essere qualche infiltrazione". E annuncia una stretta sulle carceri. "Con il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria abbiamo deciso di rafforzare i controlli e il monitoraggio nelle carceri per ridurre il rischio proselitismo".
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