Il portiere giallorosso ha commentato anche gli attentati di Parigi: "Non ci sono aggettivi per descrivere quello che sta succedendo, sono cose che ci coinvolgeranno tutti per il resto della nostra vita"
Morgan De Sanctis arriva all’Auditorium di
Roma per partecipare all’evento “TedxYouth”. Vede i giornalisti, pochi,
l’occasione è buona per fare il punto sul suo momento, nella Roma e come
calciatore in generale, ma quello che è successo ieri a Parigi rende
difficile, almeno all’inizio, parlare di calcio: “Non si può rimanere
indifferenti rispetto a cose che ci coinvolgeranno tutti per il resto
della nostra vita. Non ci sono aggettivi per descrivere quello che sta
succedendo”. A Parigi c’era una folta rappresentanza della Roma: Garcia e
la compagna e uomini della società sugli spalti, Digne e Rüdiger in
campo: “Noi abbiamo un gruppo (whatsapp, ndr) e stiamo sempre in
contatto. Il nostro team manager Zubiria ci ha avvertito subito che i
nostri a Parigi stavano tutti bene, ma questo lascia il tempo che trova
rispetto al dramma che stiamo vivendo”.
SMETTERE? NO GRAZIE —
Parlare di calcio non è semplice, ma De Sanctis non si nasconde. Si
parte dal suo momento di forma, da come sta vivendo la panchina a
discapito di Szczesny e si finisce con le domande sul futuro: “Io mi
sento bene, lo dimostro ogni giorno, in allenamento e quando vengo
chiamato in campo. Ho il dovere di farlo, certamente, ma non mi sento e
non mi vedo in nessun altro ruolo se non quello del calciatore. Se a
giugno queste saranno le mie condizioni non ci penso proprio a smettere.
Adesso però non è il momento di pensarci, abbiamo una stagione
importante, dobbiamo darci tutti una mano e fare le cose per bene”.
Sabatini ha detto che per il ruolo, il prossimo anno, la Roma è già
coperta, ma De Sanctis rivendica la bontà del lavoro suo e di Szczesny:
“Per adesso i portieri ci sono, sono bravi e garantiscono un ottimo
rendimento”.
SZCZESNY ONESTO —
In attesa di decidere quello che sarà, (“a dicembre o poco dopo vedrò la
società, la mia priorità è continuare con la Roma, ma io non metterò
spalle al muro nessuno e nessuno lo farà con me”), De Sanctis parla
anche di Szczesny, che ha detto a più riprese che se l’Arsenal dovesse
richiamarlo tornerebbe - e con gioia - a Londra: “Lui è stato onesto,
magari poteva mettere in secondo piano l’onestà rispetto all’opportunità
di dire certe cose, ma è stato soltanto sincero, dicendo quello che
sentiva e basta. Io non mi farei tanti problemi, fossi negli altri
penserei meno al protagonismo del ruolo del portiere e più alla qualità
dei nostri risultati. Diamogli fiducia senza pensare agli scenari
futuri, che non dipenderanno poi solo dagli interpreti”.
I TIFOSI —
De Sanctis ha parlato anche della situazione che sta vivendo la Roma con
i tifosi della curva Sud: “Voi dovete distinguere - ha detto ai
giornalisti - perché spesso generalizzate: ci sono i tifosi, che sono la
maggior parte, e ci sono altri che non saprei come definire. Io vorrei
che i tifosi tornassero allo stadio, nel rispetto delle decisioni prese
dalle istituzioni, ma non sono quasi mai stato allo stadio da tifoso,
pertanto ritengo anche sacrosante delle situazioni che loro rivendicano,
ma la situazione ora è questa. Per noi sono fondamentali, è vero,
quindi tornassero allo stadio in modo corretto e le istituzioni
cercheranno di far tornare le cose a quello che erano prima, cioè alla
normalità”.
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