Il capitano ha salvato i bianconeri contro il Gladbach con due parate spettacolari, il brasiliano si è fatto espellere e prima aveva fatto scena muta: ecco il meglio e il peggio della notte di Champions
La maglia è rosa, la notte no: rispetta le tradizioni. Il bianco e il nero di una Juve a due facce trovano il santino di Gigi su un lato della medaglia e la figurina sbiadita del Profeta dall'altra: Buffon ci avevo messo la faccia dopo il Sassuolo, a Mönchengladbach ci ha messo le mani (e anche i piedi). In entrambi i casi non è una novità: ha sempre fatto l'una e l'altra cosa. Hernanes, invece, ci ha messo le gambe e lo ha fatto nel modo peggiore, con un'entrata durissima su Dominguez a centrocampo da cartellino rosso.
Gianluigi Buffon, 37 anni.
L'eroe — Lichtsteiner si prende la scena e i titoli perché la sua è una bella storia da raccontare. Ma se la Juve torna a casa con un pareggio e un'ipoteca sulla qualificazione agli ottavi di Champions il merito è anche o forse soprattutto di Buffon: già nel primo tempo aveva chiuso la porta un paio di volte, ma è nel secondo che si supera con la parata di piede su Stindl e il gran volo sulla conclusione di Thorgan Hazard all'89'. Una settimana fa, dopo la sconfitta col Sassuolo, aveva alzato la voce: "Abbiamo giocato un primo tempo indegno, sono sgomento". La sua Juve non ha imparato del tutto la lezione, in Germania ha giocato ancora sotto ritmo per almeno trenta minuti, ma la capacità di soffrire dice che un (minimo) passo avanti è stato fatto. Gigi, invece, ha messo in mostra il meglio del suo repertorio, come aveva già fatto in questa Champions a Manchester e in campionato soprattutto a San Siro con l'Inter e nel derby.
L'antieroe —
"Hernanes non era una prima scelta, non abbiamo mai pensato di aver
portato a casa un fenomeno". Marotta l'ha detto il 23 ottobre, in
occasione dell'assemblea degli azionisti della Juve. A quel punto
Allegri l'aveva già tenuto fuori contro l'Inter, poi con l'Atalanta,
infine col Sassuolo. L'ha rispolverato nel derby dove Hernanes ha
iniziato da trequartista, ma di fatto ha giocato quasi tutta la partita
da regista: più che sufficiente nel primo tempo, in calo nella ripresa.
Sembrava un passo avanti, in Germania ne ha fatti due indietro. Piede a
martello sulla gamba d'appoggio di Xhaka nel primo tempo: l'arbitro lo
grazia. Piedi uniti contro Dominguez nella ripresa: l'arbitro lo butta
fuori. E per i 53 minuti in cui era rimasto in campo nessuno spunto da
trequartista. Sulle spalle non ha il 10, ma l'11, come i milioni pagati
all'Inter quest'estate: in quel ruolo dovrebbe prendersi comunque la
responsabilità. Non è un fenomeno, però, e a quanto pare non è neppure
il trequartista che Allegri voleva. Del resto lo ha detto anche Marotta.


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